La nanna è il nostro personale momento di condivisione e pace. Solo nostro. E’ un gesto lento, avvolgente, ripetitivo. Tra le mie braccia a fine giornata ti addormenti e io dolcemente ti adagio nel tuo lettino…
Tutte le sere ormai, lo stesso rito ci accompagna. Ho imparato con il tempo a capire l’importanza che ha, per Elena Maria, la costanza. Il ripetersi di gesti quotidiani che le danno la sicurezza di cui ha bisogno. Forse ancora di più proprio perchè noi di abitudini ce ne concediamo poche. Mi rendo conto che, per quanto io cerchi di adeguarmi a lei, molto spesso è lei a doversi adeguare a miei frenetici ritmi di vita. Ma la sera, tra le mie braccia, è tutto diverso.
La nanna è il nostro personale momento di condivisione e pace. Solo nostro.
Dedichiamo a questo rito circa un’ora, tutte le sere. Usiamo questo tempo per toglierci di dosso la giornata attraverso piccoli riti, fatti di doveri e di giochi. Laviamo i dentini, giochiamo con le lettere di gomma, le mordicchia un po’ e cerca di impararle. Facciamo tappa alla tenda del circo per rotolarci fra i peluches e metterci il piagiamino. Ogni sera ci inventiamo una storia, ognuna a a modo suo; lei attualmente ha un vocabolario che conta esattamente quattro parole: “pioooooo”(tradotto mio) e “papà”poi “mamma” e infine, ma non meno importante, “pappa”. Da questo potrete chiaramente evincere che le sue storie sono un pochino ripetitive. Però, vi assicuro, sono divertenti.
E io rido. Rido di una felicità pura, simile a null’altro.
A questo segue il silenzio. Le luci si abbassano. Ci dirigiamo in cucina: è l’ora del biberon con latte, biscotti e miele che si scola tutte le sere. Il biberon lo prepariamo insieme. La siedo sulla cucina, davanti al cassetto magico della pappa, lei tiene il biberon. Io mi armo di santa pazienza, prendo i biscotti e quando tento di metterli dentro lei sposta il biberon e ride.
Ride come solo i bambini sanno fare, con lo stomaco, con ogni muscolo, dal profondo delle viscere fino alla punta delle dita.
Questo gioco le piace e lo fa tutte le sere.
Non importa quanto cupa sia stata la giornata. Questi piccoli gesti ci aiutano a decomprimere le forzature, a volte le brutture, le sgridate, i pianti… Se è stata una pessima giornata insomma non importa…
Tra le mie braccia a fine giornata….
È un’impaziente per natura Elena Maria, che corre a perdifiato verso il divano dove ci aspettano il nostro cuscino, la nostra coperta ed il nostro peluche della nanna.
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