Arriva la temuta età dei capricci e noi ci chiediamo: “come affrontarli?”
Arriva la fatidica età dei capricci: Elena Maria, che ora ha 13 mesi, precoce in tutto (aimè) è precoce anche in questo. Quindi ad oggi tutto è NO, qualsiasi cosa voglia piange e frigna, qualsiasi cosa NON vuole piange e frigna. In pratica l’esaurimento è assicurato! Ultimamente la nostra bambina ci mette a dura prova e “testa” la nostra pazienza; pare si spinga sempre oltre per vedere dove io e papà possiamo arrivare. Così fa i capricci, urla, strepita, esagera, viene ammonita e poi cerca consolazione proprio da noi che l’abbiamo appena sgridata. A volte mi viene da sorridere – altre da strozzarla lo ammetto – ma so che è un periodo molto importante ed io e papà cerchiamo di affrontarlo al meglio.
Abbiamo notato inoltre che questo atteggiamento è decisamente accentuato nei nostri confronti. Ne otteniamo quindi che all’asilo sia bravissima ed altrettanto con nonni, zie ecc… quando è sola con loro. Per noi è comunque una fase estremamente delicata ed importante poichè, essendo in giro molte ore al giorno, Elena Maria è sottoposta ad un gran numero di stimoli ed a contatto con moltissime persone; perciò cerchiamo di istruire contemporaneamente non solo nostra figlia ma anche le persone che ci stanno costantemente a contatto. Il primo punto è quindi di non farsi remore. Con calma ma anche fermezza comunichiamo alle persone più a contatto lei come affrontiamo i suoi capricci, e se stanno facendo qualcosa di non coerente chiediamo loro di modificare il comportamento. Spieghiamo loro che renderà la nostra vita più facile e quasi sempre funziona.
Sì ai no, ma non troppi no.
Parlando con la pediatra di come meglio affrontare questa fase critica ci siamo confrontati sul valore del NO. Come a tutte le cose deve essere attribuito un valore. Un NO perentorio detto troppo spesso perde di valore. Ho quindi cercato altre formule per dire no. Ad esempio: se prende qualcosa che non deve, invece di dirle NO mi avvicino e le spiego con pazienza che potrebbe rompersi o che si può fare male e le chiedo di rimetterlo a posto. Sì, è vero, all’inizio dovevo chiederglielo tipo 1000 volte; ma ora sta imparando e lei è soddisfatta perchè può svolgere un compito autonomamente.
Questo è molto importante per Elena Maria perchè insieme ai capricci arriva la voglia di indipendenza.
Altro consiglio che condivido è moderare il tono di voce. Urlare non serva a nulla e ok se ogni tanto ci scappa la pazienza, ma se diventa una costante non è sano. Quindi cerchiamo di mantenere la calma (il più possibile almeno, nessuno è perfetto!).
E poi? Tanta pazienza e coerenza. E se sentite che siete sull’orlo di una crisi di nervi non vi ostinate; fate come me: scaricatela al primo che capita, uscite e respirate per un minuto!
Siete sole?
Un’amica una volta mi ha dato un consiglio che pensavo fosse una scemenza ma si è rivelato molto utile: “Versati un bel bicchiere di vino e balla con lei” mi ha detto appena Elena Maria era nata ed io ero nel panico più totale.
Ha funzionato. E funziona ancora oggi.
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